REGIONE VENETO: SECONDO IL CONSIGLIERE SENIGAGLIA IL RIPARTO DEL FONDO SANITARIO REGIONALE PER IL 2017 PENALIZZA 6 ASL SU 9.

9 Gennaio 2017

Il consigliere del Partito Democratico Claudio Sinigaglia spiega che il riparto contenuto nella delibera del 23 dicembre “non è altro che la mera somma dei riparti delle ASL che sono state incorporate nelle 9 nuove aziende” giudicando la decisione di Zaia e Coletto “ devastante e pesantissima nei confronti di alcuni territori”.


L'ufficio stampa della Regione d’altra parte ha diffuso un documento con tutti i chiarimenti e dove in particolare il provvedimento viene definito provvisorio. Ma per Senigaglia va considerato definitivo perché, “come accaduto nel 2016, sarà approvato a fine anno, quando le Asl avranno già speso in base a quanto assegnato ora”.
L’assessore alla Salute della Regione Veneto, Luca Coletto, sul rischio di riduzione di risorse a disposizione di alcune asl è pero’ intervenuto oggi a chiarire i termini della questione. Secondo quanto afferma, il riparto del Fondo sanitario regionale per il 2017 contenuto nella delibera di Giunta 2239 del 23 dicembre scorso è “assolutamente provvisorio in attesa dei nuovi criteri che sta elaborando l'Azienda Zero, tali da rendere il budget più aderente alle nuove nove realtà territoriali. Questo riparto non è altro, quindi, che la mera somma dei riparti delle ex Ulss che sono state incorporate nelle 9 nuove aziende. Da rielaborare completamente”.
Ma Senigaglia rimane scettico e anzi in una nota analizza il riparto contenuto nella delibera: “la Ulss Marca Trevigiana perde 14 milioni rispetto al 2016, addirittura 22 la Veneto Orientale, 19 in meno per la Ulss 6 Euganea, sei per la Ulss 7 Pedemontana, quattro per la Ulss 8 Berica e addirittura 25 per la Ulss 9 Scaligera. Sono differenze pesanti che si calcolano confrontando la quota capitaria assegnata oggi alle nove Ulss previste dalla riforma sanitaria con quella destinata alle Ulss precedenti, facendo ovviamente la media di quanto spettava alle Ulss che adesso sono state aggregate. E i numeri parlano chiaro: sei su nove escono penalizzate, ci guadagnano solo la Ulss 1 Dolomiti (7,2 milioni in più), la Serenissima e la Polesana, con un incremento rispettivamente di 21 e 1 milione”.

“È inaudito – insiste Sinigaglia – che Zaia, Coletto e Mantoan abbiano modificato le quote capitarie senza l’approvazione della Quinta commissione, producendo un atto che di fatto è illegittimo. Che ci sta a fare il presidente Boron? La ‘sua’ Ulss tra l’altro perde 19 milioni rispetto al 2016, mentre i buchi delle ex Ulss 16 e 17 navigano attorno ai 45”.